
CASA OBERRICHTER
LA STORIA
Immaginiamo una valle non troppo stretta, tra monti coperti di foreste fittissime, UNA PORTA verso il Nord d'Europa, il passo più basso delle Alpi.
I Romani, grazie a Cesare e alle sue campagne verso il Norico, creano strade comode per far passare le truppe e le masserizie, con centri attrezzati (Mansiones) ogni 15/20 km. per cambiare i cavalli, far riposare i viaggiatori, far pagare le gabelle. Sui resti di questi insediamenti nel 12o secolo sorge Bamborget, la piccola Bamberga, centro burocratico posto strategicamente circa a metà della strada che unisce Bamberga e il suo principe Vescovo ad Aquileia, sede vescovile di suo fratello Bertrando.
Nei secoli successivi Bamborgeth prospera e intorno al 1400 nasce l'edificio che diverrà Casa Oberrichter, al momento dimora di importanti personaggi legati al principato.
Intorno al 1700 la Valcanale diviene parte dell'IMPERO AUSTROUNGARICO, Bamborgeth diventa MALBORGETH, città del maglio e la Casa, restaurata secondo la moda asburgica diviene sede del Tribunale, Casa dell'Oberrichter appunto. La cantina sarà una prigione (non per molto tempo), il salone vedrà le udienze; si mettono inferriate al piano nobile là dove si terrà la cassaforte con le multe pagate al posto delle pene corporali. Per poco più di 100 anni la Casa dell'Oberrichter significò ordine e giustizia in Valcanale, poi fu resa ai suoi antichi proprietari che la riportarono per quel che riuscìrono, al suo ruolo di dimora elegante. Al termine della prima guerra mondiale, quando tutto pareva concluso senza troppi danni, nel 1919 la Valle passò all'Italia e in breve tempo Casa Oberrichter perse i suoi abitanti e la sua bellezza. Offesa e depredata di tutto divenne officina e casa dei poveri, via via sempre peggio, come quando negli anni '60 del '900, perse proditoriamente ii"DIRITTO DI LEGNATICO, ben 32 cubi annui di legna da ardere.
Nel momento più buio per la grande casa, arriva una famiglia di artisti un po' pazzi, ognuno con le proprie peculiarità: un falegname-tuttologo-maestro di sci, un' artista-architetta, un tenore amante della cucina tradizionale e della leggerezza, un talentuoso illustratore-scrittore. In breve la Casa torna agli antichi splendori, sede di un hotel di charme e dei laboratori che consentono tutto ciò.
Vi si tengono corsi di pittura con la ricotta e i pigmenti alla "Beato Angelico" , concerti dal vivo, mostre ecc, oltre naturalmente a una ristorazione motivata dal luogo e delle camere relax, tutte in legno non verniciato.
L'ARCHITETTURA
Dal punto di vista architettonico l'edificio è un mirabile esempio di palazzo nobile rinascimentale Bamberghese: un quadrilatero severo, con grandi finestre, TUTTA DI PIETRE non nere (le uniche che non fanno traspirare la parete). Al pianterreno ci sono i resti di almeno due abitazioni romane, unite nel 1400 in un unico edificio, con soffitti a volta, riempiti di materiale sterile.
Il piano nobile presenta un salone lungo 13 mt. e largo 7, sostenuto da un unico trave di larice tratto da un albero in origine lungo almeno 20/25 metri per tagliarne una sezione di queste misure e diametro. Il trave è agganciato con 2 chiavarde a due travi traversi più brevi che poggiano sui muri lunghi. Le pareti della Casa sono spesse da 120 cm a 80 cm a partire dalle fondazioni fino al tetto e sono legate tra loro da tiranti e intonaco, dello spessore di almeno 15 cm all'interno e all'esterno, con grane da grossolane a super fini via via che si avvicinano alla superficie. Il tetto merita attenzione: era isolato dal piano abitato da una gettata di magrone posta a salvaguardia dei fitti travetti che formano i soffitti del piano nobile. Le antiche scale di accesso sono di pietra e così pure la volta che le ricopre e si protrude nell'alto sottotetto, La parte lignea è anch'essa in larice, completamente auto portante, le banchine che si incastrano mirabilmente tra loro sono i tiranti e null'altro serve alla sua economia. Sopra le travature file ordinate di tavole separano il sottotetto dalle tavole di larice tagliate a 150 cm, poste in linee sovrapposte orizzontalmente su tutta la superficie, a copertura finale. Un tetto di larice, rispetto alle più economiche scandole di abete spaccate ha una durata nettamente superiore. Un tempo segare a mano tavole da un tronco, necessitava di un lavoro complesso e marchingegni che non potevano essere usati in zone scoscese, ecco perché i tavoloni di larice si trovano solo su case importanti, mentre stavoli o baite sono in tavolette spaccate di abete. Nel corso dei nostri restauri sono stati trovati reperti notevoli, nella concimaia, posta sotto il bagno a caduta ( vero lusso della Casa): vetri e ceramiche romani, manufatti etruschi, ceramiche medioevali, pezzi di stufe rinascimentali. Spicca una gallinella-giocattolo di terracotta e una pipa scolpita a forma di testa umana. Là dove sono state riaperte porte e finestre originali abbiamo trovato targhette lignee con scritte in "Kurrentschriftt" (scrittura corsiva tedesca) che testimoniavano la chiusura di quel vano il giorno tale del''anno tale, alla presenza di…A completamento vi era un piccolo oggetto: un rosario, due soldini ecc. Nei vani spuri da noi richiusi abbiamo fatto lo stesso per eventuali posteri: ci abbiamo posto sorprese dell'ovetto Kinder!
Tre grandi stufe in muratura refrattaria e antiche piastre di terracotta scaldano oggi come nel passato la grande casa, anche se nelle 5 suites la prudenza consiglia totale assenza di fuochi, sostituiti da moderni caloriferi.
Piccola nota finale sui pavimenti di Casa Oberrichter: sono originali, hanno 600 anni! Tavoloni di larice lavati con acqua e varecchina che profumano di pulito e calmano lo spirito con il loro colore argenteo. Il salone del piano nobile è un raro esempio di seminato di montagna, con i suoi sassi affogati nella calce spenta in loco. Consumato e danneggiato, ma affascinante.